“A Room of One’s Own” (V.Woolf): these are the ateliers, places of voluntary imprisonment that become wunderkammers. Since 2008 Anke Armandi has started to narrate the encounters with those who live in that room or house. “Atelier: dialoge” is the title of the book in preparation that collects the meetings, mostly in Wien, with Hermann Nitsch, Peter Kubelka, Klaus Maria Brandauer, Gunter Damisch, Eva Schlegel, Stephanie Winter, Daniel Spoerri…
Below are three artist studios visited in the first two months of 2020 …
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“Una stanza tutta per sé” (V.Woolf) : questo sono gli ateliers, luoghi di volontaria reclusione che diventano wunderkammer. Anke Armandi dal 2008 ha iniziato a raccontare gli incontri con chi in quella stanza, o casa, vive. “Atelier: dialoge” è il titolo del libro in preparazione che raccoglie gli incontri, soprattutto viennesi, con Hermann Nitsch, Peter Kubelka, Klaus Maria Brandauer, Gunter Damisch, Eva Schlegel, Stephanie Winter, Daniel Spoerri…
in collaborazione con Martin S.Lohnicky e CON.FRONT.ART
Qui di seguito tre studi d’artista visitati nei primi due mesi del 2020…
I
Anke Armandi, Atelier Maria Bussmann, marzo 2020
Kurz vor den Ausgangsbeschränkungen hatte ich Maria Bussmann in ihrem Atelier besucht. Eine sehr intime, einladende Wiener Altbauwohnung, voller kleiner, liebevoll gesammelter Dinge, Zeichnungen, Objekte. Kunstwerken von Kollegen, Ihr Rückzugsgebiet sei es. Ich habe ihren Arbeitstisch gemalt und sehe sie vor mir, wie sie gerade an den “Corona-Appearances of Maria” arbeitet. Eine künstlerische Verbundenheit bleibt, auch wenn ein persönlicher Gegenbesuch, den wir geplant hatten, vorerst nicht mehr zustande kam.
A poco prima dell’inizio della quarantena risale la mia visita nello studio di Maria Bussmann. Un luogo intimo e accogliente all’interno di un vecchio palazzo viennese; il “suo “rifugio”, come lo chiama l’artista, ripieno di oggetti, disegni, e opere artistiche di suoi colleghi. Nell’acquarello ho rappresentato il grande tavolo sul quale l’artista stava lavorando al suo “Corona-Appearances of Maria”. E’ stato un incontro intenso e bello….aspettando una visita di Maria al mio studio, rimandata a quando sarà di nuovo possibile.
Anke Armandi, Atelier Nives Widauer, 2020
Das Atelier von Nives Widauer befindet sich im dritten Stock eines Jugendstilhauses an der stark befahrenen Rechten Wienzeile am Naschmarkt. Der Erker mit den drei großen Fenstern ist wie ein Tor zur Welt. Gerade hört es sich anders an: statt des Autolärms und der schreienden Marktleute gurren in der Ferne Tauben, die am Markt Reste aufpicken. Nicht nur uns Künstlern tut der Stillstand gut, allen geistigen Menschen. Innehalten, zur Ruhe kommen, nachdenken, überfragen.
Lo studio di Nives Widauer si trova al terzo piano di uno dei palazzi Jugendstil che si affacciano sulla trafficata Rechten Wienzeile, che affianca lo storico mercato Naschmarkt. Dal balcone a cui si accede da tre grosse finestre si può osservare un mondo in incessante movimento, ma adesso tutto è diverso, sospeso in uno stato d’eccezione: al posto del rumore delle macchine e le urla dei venditori regna una quiete ‘naturale’, si avvertono in lontananza dei piccioni che si aggirano nel mercato in cerca di resti. E’ una quiete che può far bene, non solo a noi artisti, ma agli uomini tutti: fermarsi, ritrovare pace, riflettere, interrogarsi.
Anke Armandi, Atelier Stephanie Winter, 2020
Tritt man in den Arbeitsraum von Stephanie Winter in der Leopoldstadt in Wien, eröffnen sich weitere Räume, die mit Alufolien und langen pinkroten Tüchern verkleidet ans Theater erinnern. Hier lebt eine Parallelwelt, künstlich, geheimnisvoll und immer mit einer Zukunftsvision behaftet, in die man als Besucher eingeladen wird einzutreten. Ich sehe vor mir, wie Stephanie unentwegt daran weiterbaut. Welche Welten wird sie wohl jetzt erfinden während der Quarantäne?
Nel quartiere Leopoldstadt di Vienna entro nel laboratorio artistico di Stephanie Winter e nelle sue stanze ricoperte di fogli in alluminio e lunghe stoffe rosa che ricordano delle scenografie teatrali. Come un universo parallelo, artificiale, misterioso e aperto a visioni (utopiche?) del futuro. L’avevo incontrata a febbraio, poco prima dell’inizio della quarantena : quali mondi starà creando adesso?